Personaggi dell’Antica Roma
On Ottobre 3, 2016 | 0 Comments

In questa pagina riportiamo una breve descrizione dei principali personaggi dell’antica Roma.

Cesare (Caius Julius Caesar: 100-44 a.C.). Rappresentante della fazione popolare e membro della famiglia Giulia (che secondo la leggenda discendeva da Enea), condusse una brillante carriera politica e costituì il primo triumvirato insieme a Crasso e Pompeo nel 60 a.C.

Divenne console nel 59 a.C. e conquistò la Gallia e persino la Britannia. Il Senato e Pompeo lo privarono del potere militare. Nel 49 a.C. varcò con le sue legioni il fiume Rubicone (che all’epoca era il confine dell’Italia) e intraprese una sanguinosa guerra civile contro Pompeo.

La vittoria lo rese indiscusso signore di Roma: fu console per 5 anni (48 a.C.) e dittatore per 10 anni (46 a.C.). Grazie alla sua autorità ed alle ricchezze acquisite promosse una serie di riforme legislative ed edificò numerosi importanti monumenti (il Foro di Cesare, la Basilica Giulia, la Curia, i Saepta Iulia). Molte delle sue opere furono interrotte da una fatale congiura ordita da Bruto e Cassio. Dopo la morte fu divinizzato e venerato in un tempio eretto nel Foro Romano nel luogo della sua cremazione.

Cleopatra (69-30 a.C.). Figlia del re d’Egitto, Tolomeo Aulete. Alla morte del padre fu spodestata dal marito e fratello, Tolomeo Filopatore. Nel 46 a.C. fu nuovamente posta sul trono grazie a Giulio Cesare, dal quale ebbe un figlio, Cesarione. Alla morte del dittatore sposò Marco Antonio con l’ambizioso progetto di creare un potente regno in tutto il Mediterraneo orientale e combatté direttamente contro Ottaviano.

In seguito alla sconfitta di Azio (31 a.C.) si suicidò, facendosi mordere da un serpente velenoso.

Bruto (Marcus Iunius Brutus) e Cassio (Caius Cassius Longinus). Gli uccisori di Cesare, due personaggi assai significativi nel turbolento periodo della Guerra Civile.

Bruto (85-42 a.C.) ricevette un’elevata educazione e Cassio (circa 82 a.C.-42 a.C.) ebbe una brillante carriera politica e militare.

Entrambi inizialmente furono partigiani di Pompeo, ma in seguito alla morte di quest’ ultimo, si rappacificarono con Cesare, ricoprendo anche diverse cariche pubbliche.

Essendo tuttavia idealmente contrari al regime monarchico che Cesare stava introducendo a Roma, divennero suoi nemici e capeggiarono la congiura contro il dittatore, che fu pugnalato alle idi di marzo (15 marzo) del 44 a.C.

Dopo l’uccisione di Cesare dovettero allontanarsi da Roma e si rifugiarono in Oriente, dove radunarono un esercito ed una flotta da utilizzare nella Guerra Civile. A Filippi nel 42 a.C. furono sconfitti dalle truppe inviate dai membri del secondo triumvirato (Antonio, Ottaviano e Lepido) e si diedero la morte prima della fine della battaglia.

Augusto (Caius Iulius Caesar Octavianus Augustus: 63 a.C.-14 d.C.): Ottaviano, fu designato dallo zio Giulio Cesare come figlio ed erede. Di conseguenza mutò il suo nome in Caius Iulius Caesar Octavianus.

Alla morte del dittatore, insieme a Marco Antonio ed Emilio Lepido, costituì il secondo triumvirato ma, in seguito alla sconfitta dei Cesariani a Filippi (42 a.C.), si vanificò rapidamente la possibilità di dividere i territori romani in tre parti.

Scoppiò la guerra civile e Ottaviano e Marco Antonio, che era già sposato con Cleopatra, divennero nemici. La vittoria ad Azio nel 31 a.C. consentì al giovane Cesare di acquisire il dominio assoluto su Roma. Questo divenne ufficiale nel 27 a.C., quando il Senato gli conferì il titolo di Augusto (ereditato poi anche da tutti i futuri imperatori romani). Detenendo tutti i poteri, riorganizzò radicalmente lo stato romano con una serie di riforme legislative, amministrative e sociali e dando inizio, in tal modo, ad un lungo periodo di pace, identificato come la nuova età dell’oro.

Durante il suo governo Roma e tutte le altre città dell’impero furono coinvolte in vasti programmi edilizi, che comprendevano il restauro dei monumenti più antichi e la costruzione di nuovi complessi architettonici. Nel suo testamento Augusto poté con orgoglio dichiarare di aver trovato una città fatta di mattoni e di averne lasciata una di marmo.

Tiberio (Tiberius Claudius Nero: 42 a.C. -37 d.C.). Il secondo imperatore romano, figlio di Tiberio Claudio Nerone e di Livia Drusilla (la seconda moglie di Augusto).

Era un abile comandante militare, ma Augusto lo nominò suo successore solo in seguito alla morte prematura dei suoi più prossimi consanguinei. Il suo governo fu contrassegnato da cospirazioni e sospetti, al punto tale che l’imperatore si ritirò nella sua villa a Capri nel 27 d.C.

Caligola (Caius Caesar Augustus Germanicus: 12-41 AD). Figlio di Agrippina, la nipote di Augusto, e di Germanico. Fu soprannominato Caligula (dal termine “caliga” che significa scarpa militare) dal momento che trascorse la sua infanzia negli accampamenti militari.

Nel 37 d.C. divenne imperatore e il suo governo fu caratterizzato dall’assolutismo e da un comportamento dissoluto, finché fu ucciso in una congiura.

Claudio (Tiberius Claudius Nero Germanicus: 10 a.C.-54 d.C.). Acclamato imperatore dai pretoriani alla morte di Caligola (41 d.C.), l’anziano Claudio riuscì a ripristinare l’ordine, malgrado le pressioni delle sue mogli, Messalina e Agrippina.

Durante il suo regno fu conquistata la Britannia e furono annesse all’impero la Mauretania, la Tracia e la Licia. Furono realizzate numerose opere pubbliche, la maggior parte delle quali di pubblica utilità (il porto di Claudio presso Ostia, l’acquedotto Claudio a Roma, etc.).

Nerone (Nero Claudius Drusus Germanicus Caesar: 37-68 d.C.). Figlio di Agrippina Minore, fu adottato da Claudio e divenne imperatore nel 54 d.C. Dopo un periodo iniziale di governo pacifico, il giovane imperatore mutò linea politica e accentuò le sue tendenze tiranniche che miravano ad una monarchia assoluta.

Il suo nome è legato alla stravaganza, ma soprattutto al grave incendio del 64 d.C. che distrusse buona parte di Roma e di cui tentò di incolpare i Cristiani.

Il suo comportamento eccentrico e la linea politica da lui adottata si riflettono direttamente nella realizzazione di significativi programmi architettonici, come la Domus Transitoria e la Domus Aurea, palazzi sontuosi e grandiosi che Nerone eresse come sue residenze. In seguito ad una serie di congiure, Nerone si suicidò durante una rivolta capeggiata dagli stessi pretoriani nel 68 d.C., segnando così la fine della prima dinastia imperiale romana, i Giulio-Claudi.

Vespasiano (Titus Flavius Vespasianus: 9-97 d.C.). Nato in Sabina, Vespasiano fu sostenuto dalle legioni orientali e sconfisse Vitellio, ponendo così fine ad un anno di guerre civili e divenendo il primo imperatore della dinastia Flavia. La linea politica di Vespasiano fu mirata a rifornire le casse dello stato, favorendo la classe media ed abbandonando la politica assolutista di Nerone.

Particolarmente significativa in questo senso fu la graduale rimozione degli edifici della Domus Aurea, al cui posto sorsero monumenti pubblici, fra i quali il Colosseo (la cui costruzione fu iniziata sotto il suo governo) ed il Tempio della Pace, il quarto foro imperiale.

Tito (Titus Flavius Vespasianus: 39-81 d.C.). Succeduto al padre Vespasiano nel 79 d.C., sotto il cui governo aveva combattuto la guerra giudaica e conquistato Gerusalemme (70 d.C.), Tito regnò solo due anni, durante i quali ebbero luogo l’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei, mentre un enorme incendio distrusse molte zone di Roma (80 d.C.).

Malgrado il suo breve regno, che fu caratterizzato dalla prosecuzione del programma di edilizia pubblica iniziato dal padre, la sua mitezza e benevolenza gli valsero il soprannome di “delizia del genere umano “.

Domiziano (Titus Flavius Domitianus: 51-96 d.C.). Dopo la prematura morte di Tito nell’81 d.C., fu eletto imperatore il fratello Domiziano, l’ultimo della dinastia Flavia.

Durante il suo regno difese energicamente i confini settentrionali dell’impero e migliorò l’organizzazione amministrativa interna, completando anche alcuni programmi edilizi intrapresi dal padre (fra i quali il Colosseo) e facendo costruire nuovi importanti complessi architettonici, come il palazzo imperiale sul Palatino.

Nonostante questi aspetti positivi, i continui contrasti con l’aristocrazia senatoriale e la sua tendenza alla monarchia assoluta portarono ad un periodo di terrore che si concluse con una congiura.

Traiano (Marcus Ulpius Traianus: 53-117 d.C.). Dopo la morte di Domiziano fu nominato imperatore Nerva (96-98 d.C.), il quale scelse come successore Traiano, un comandante militare di provata esperienza, amato sia dall’esercito che dal Senato.

Nato in Spagna, Traiano fu uno dei più grandi imperatori romani. Durante il suo regno (97-117 d.C.) l’impero raggiunse la sua massima espansione con la conquista della Dacia (odierna Romania) e di estesi territori ad Oriente (Arabia, Mesopotamia, Armenia, Assiria).

L’acquisizione di nuove ricchezze permise a Traiano di condurre una politica sociale in favore dei poveri e di portare avanti un grandioso programma di lavori pubblici a Roma e nelle province.

Adriano (Publius Aelius Hadrianus: 76-138 d.C.). Adriano divenne imperatore nel 117 d.C. Anche lui spagnolo, fu adottato da Traiano. L’orientamento politico del nuovo imperatore si rivelò ben presto completamente differente rispetto a quello del suo predecessore.

Consapevole delle difficoltà che sarebbero sorte per difendere un così vasto impero, Adriano abbandonò i territori ad est dell’Eufrate e riservò un’attenzione particolare ai confini dell’impero, realizzando, tra l’altro, il vallum in Britannia, il più completo organismo difensivo di tutta l’età romana.

Adriano spiccava per la sua natura colta e per la sensibilità artistica; era anche architetto e pittore. Durante il suo regno, che fu sostanzialmente pacifico ad eccezione della violenta rivolta giudaica, Adriano viaggiò moltissimo attraverso le varie province dell’impero, preferendo risiedere nella sua bella villa vicino a Tivoli piuttosto che a Roma.

Antonino Pio (Titus Aelius Hadrianus Antoninus Pius: 86-161 d.C.). Scelto da Adriano come proprio erede, Antonino divenne imperatore nel 138 d.C. e fu il primo della dinastia Antonina. Il suo lungo regno fu un periodo di pace e prosperità, turbato solo da alcune sporadiche agitazioni nelle province.

Marco Aurelio (Marcus Aurelius Antoninus: 121-180 d.C.). Alla morte di Antonino Pio, nel 161 d.C., gli succedette (come stabilito da Adriano) Marco Aurelio. Egli regnò insieme al fratello adottivo Lucio Vero, che morì nel 169 d.C.

Malgrado la sua natura pacifica e il suo amore per la filosofia stoica, Marco Aurelio dovette fronteggiare lunghe guerre in Oriente contro i Parti e respingere le pressioni dei Quadi e dei Marcomanni lungo i confini settentrionali dell’impero.

Tali guerre sono raffigurate sulla Colonna Antonina. Inoltre il suo regno fu contrassegnato da una serie di epidemie e da una grave crisi economica che segnò l’inizio della decadenza dell’impero.

Commodo (Lucius Aurelius Commodus :180-192 d.C.). La crisi dell’impero fu accentuata anche dal governo poco avveduto del figlio ed erede di Marco Aurelio, Commodo, che fu imperatore dal 180 al 192 d.C.

Settimo Severo (Lucius Septimius Severus: 144-211 d.C.). La cruenta guerra civile che scoppiò alla morte di Commodo terminò con la vittoria di Settimio Severo, che divenne imperatore nel 193 d.C. e fu il primo membro della dinastia dei Severi.

Nato a Leptis Magna in Tripolitania (odierna Libia) da una famiglia di origine italica, Settimio Severo riorganizzò l’impero romano e le sue difese e condusse una vittoriosa spedizione in Oriente che portò all’annessione della Mesopotamia. Durante il suo regno, anche a causa del matrimonio con Giulia Domna (una nobildonna siriana), la religione fu influenzata da elementi orientali.

Caracalla (Marcus Aurelius Severus Antoninus: 186-217 d.C.). Alla morte di Settimio Severo nel 211 d.C., il suo primogenito Caracalla divenne imperatore. Poco tempo dopo Caracalla uccise il fratello Geta con cui condivideva l’impero. Durante il suo regno Caracalla promulgò la Constitutio Antoniniana che rese gli abitanti delle province legalmente uguali ai cittadini romani.

Nel corso di una spedizione contro i Parti Caracalla fu ucciso dai suoi soldati.

Massenzio  (M. Aurelius Valerius Maxentius). Imperatore romano (306-312 d.C.) che fu fra i protagonisti degli anni tumultuosi che videro il collasso della tetrarchia introdotta da Diocleziano e portarono alla lotta per la successione al trono imperiale. Morì presso il ponte Milvio nel 312, sconfitto da Costantino.

Crasso (Marcus Licinius Crassus: 115-53 a.C.). Nobile e ricco romano, seguace di Silla, che divenne famoso nel 71 a.C., in occasione della crudele repressione della rivolta degli schiavi guidata da Spartaco. Nel 60 a.C. divenne membro del primo triunvirato insieme a Cesare e Pompeo e fu eletto console nel 55 a.C.

Durante il proconsolato in Siria organizzò una spedizione militare contro i Parti che si concluse con una disastrosa sconfitta a Carrhae (oggi Harran, in Turchia), nella quale furono catturate le insegne delle legioni e Crasso stesso perse la vita.

Marco Antonio (Marcus Antonius: 82-30 a.C.). Nipote e luogotenente di Cesare. Fu la figura principale nella vendetta contro gli assassini di Cesare, Bruto e Cassio. Nel 43 a.C. costituì insieme a Lepido e Ottaviano il secondo triumvirato, che portò alla divisione dei territori romani : a lui venne assegnata l’area orientale.

Si innamorò di Cleopatra e la sposò, affidandole il controllo di molti possedimenti romani ed entrando così in aperto conflitto con il Senato ed Ottaviano. La guerra civile si concluse con la battaglia navale che si svolse ad Azio nel 31 a.C. e la sconfitta di Marco Antonio che si suicidò ad Alessandria nel 30 a.C.

Agrippa (Marcus Vipsanius Agrippa: 63-12 a.C.). Seguace di Ottaviano, condusse le principali battaglie della guerra civile con grande determinazione: fra di esse lo scontro finale ad Azio contro Marco Antonio e Cleopatra (31 a.C.). Fu il braccio destro di Augusto e anche suo genero; fu attivamente coinvolto nella riorganizzazione dell’impero.

Attraverso la costruzione di molti importanti monumenti (acquedotti, terme di Agrippa, Pantheon, etc.), contribuì alla realizzazione della nuova Roma imperiale.

Diocleziano (Caius Aurelianus Valerius Diocletianus: 240-316 d.C.). Acclamato imperatore nel 284 d.C., Diocleziano segnò, con il suo governo, la fine di un lungo periodo di incertezze e di una grave crisi economica e militare.

Nel 286 d.C. associò al potere Massimiano, dividendo l’impero in due parti, governate rispettivamente da un imperatore (detto Augustus) e da un suo delegato (definito Caesar). Così fu istituita la tetrarchia che aveva il chiaro intento di garantire la successione al trono.

Al fine di riorganizzare lo stato, l’impero fu diviso in nuove ripartizioni territoriali e l’amministrazione previde riforme di carattere fiscale ed economico.

Quando Diocleziano abdicò nel 305 d.C., ritirandosi nel suo palazzo a Spalato, in Dalmazia, la tetrarchia si sciolse a causa dei contrasti e delle ambizioni personali dei suoi successori, il che condusse ad un nuovo periodo di guerre civili.

Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus). Uomo politico romano (IV-III sec. a.C.), censore e console, scrittore e oratore, divenne cieco (secondo le fonti antiche) per la punizione inflittagli dagli dei a causa delle sue riforme religiose. A lui si devono la costruzione dell’acquedotto e della strada che portano ancora il suo nome.

Promosse anche riforme elettorali in favore delle classi inferiori.

Apollodoro di Damasco. Architetto ufficiale di Traiano (sia in ambito civile che militare), lo accompagnò nelle guerre daciche, durante le quali costruì un imponente ponte sul Danubio, raffigurato sulla Colonna Traiana. Progettò e disegnò anche il grande Foro, che sarebbe stato l’ultimo dei Fori Imperiali.

Il conflitto insanabile con il successore di Traiano, Adriano, provocò la morte dell’architetto.

Costantino (C. Flavius Valerius Constantinus). Figlio del tetrarca Costanzo Cloro (Costantius Clorus) e di Elena, fu imperatore dal 306 al 337 d.C. Fu acclamato imperatore dalle truppe in Britannia e questo evento modificò radicalmente il meccanismo di successione introdotto da Diocleziano con la Tetrarchia. Furono anni di guerre e battaglie, in particolare con Massenzio e Licinio. Nel 313 Costantino legalizzò il Cristianesimo e nel 330 trasferì la capitale a Bisanzio, che rinominò Costantinopoli. Fu un grande imperatore che riuscì a mantenere un difficile equilibrio fra la cultura pagana e il nascente cristianesimo.

 

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